
Una buona notizia! Gli italiani sono i più longevi al mondo (insieme ai giapponesi).
In particolare le donne del “bel paese” vivono in media (dati ISTAT 2024) 85 anni.
Nel 2024, inoltre, probabilmente finiti gli effetti negativi diretti ed indiretti del COVID, l’aspettativa è cresciuta di 6 mesi in un solo anno.
A cosa è dovuta questa longevità della nostra nazione? Cosa possiamo fare per contribuire “personalmente” a questo record?
In realtà esistono in tutto il mondo delle “zone blu” di longevità ben distinte tra loro.
L’isola di Okinawa vicino al Giappone, detta l’isola dei centenari, ospita una popolazione tra le più longeve del mondo, che raggiunge una vita davvero di qualità, oltre che lunga.
In pratica non esistono cardiopatie e sono assenti i principali tumori, con un’incidenza inferiore (rispettivamente dell’80 e del 40%) rispetto ad altre aree del mondo.
Allo stesso modo, nel regno degli Hunza, sulle vette dell’Himalaya, la terra degli immortali, l’aspettativa e la qualità di vita sono veramente alte.
Le stesse caratteristiche di longevità si trovano poi ad Ikaria, isola greca incastonata nell’Egeo e nella comunità californiana di Loma Linda.
Anche in Italia, ovviamene vi sono “isole di longevità” come nel Nuorese, a Limone sul Garda, a Sessa Cilento ed in varie zone della Calabria, come il piccolo paese di Molochio, dove vive il più alto numero di centenari per numero di abitanti.
Cosa accomuna le popolazioni di aree così distanti?
Certamente vi devono essere delle caratteristiche genetiche comuni che predispongono alla longevità.
Inoltre, sono due gli elementi fondamentali.
Il primo è l’alimentazione composta, quasi esclusivamente da vegetali freschi: frutta, verdura, legumi, spezie, cereali non raffinati.
Il secondo è l’attività motoria, che queste popolazioni, per le caratteristiche orografiche e le occupazioni lavorative, svolgono costantemente per tutta la loro vita.
Queste esperienze devono essere di insegnamento e stimolo anche per tutti noi nell’ intraprendere un corretto stile di vita.
La nostra alimentazione deve essere attenta ad evitare eccessi calorici, a prediligere prodotti vegetali freschi, ad evitare cibi industriali ricchi di grassi saturi, a preferire le proteine del pesce rispetto a quelle nelle carni, ad eliminare i superalcolici.
I cibi che consumiamo li dobbiamo “sbucciare e non scartare”.
Allo stesso tempo, dobbiamo considerare l’attività motoria come la vera “poli pillola” di prevenzione per tutti i fattori di rischio.
È oramai acclarato come lo sport prevenga e diminuisca gli effetti di tante patologie.
L’incidenza di diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, ictus e infarto sono assolutamente minori tra coloro che svolgono sport con regolarità.
Osteoporosi e artrosi diminuiscono notevolmente nelle donne che abbinano al movimento una piccola attività con pesi.
Un recente studio ha dimostrato una sopravvivenza maggiore del 25% in donne, con carcinoma mammario, che svolgono attività fisica.
Si è visto che, la prevalenza delle principali neoplasie diminuisce del 30 %- 40% negli sportivi.
Le linee guida internazionali prevedono, come attività indicata, una camminata di almeno 150 minuti a settimana.
È quindi compito di tutti, adottare un corretto stile di vita, con una giusta attività motoria, una sana alimentazione e l’eliminazione di comportamenti sbagliati, come il fumo di sigaretta ed il consumo di alcolici.
A tutto ciò vanno abbinati tutti i programmi di screening che il nostro medico di famiglia ci può proporre (vaccinazioni, colonscopia, elettrocardiogramma da sforzo, mammografia).
Un’ultima riflessione: quando nel 1871 si compì l’Unità d’Italia, l’aspettativa di vita degli italiani era di 25 anni, oggi ha superato gli 85.
Questo ci deve far pensare al futuro con tanta speranza per una vita migliore, più lunga e più sana.