La sanità sostenibile si basa sull’idea di assicurare cure mediche di qualità per tutti, preservando al contempo le risorse impiegate e riducendo l’impatto ambientale del settore sanitario. Questo approccio considera la salute come un bene pubblico e promuove l’equità nell’accesso ai servizi sanitari ed omogeneità di presa in carico.
In un’ottica di sostenibilità anche quello sanitario, mutuando il concetto dai sistemi economici, appare come un ecosistema che, se in equilibrio, è di per sé difendibile.
La sanità sostenibile è l’obiettivo più prezioso da garantire nel corso del mandato di governo.
La necessità è quella di accogliere, innanzitutto, una visione più ampia e integrata di sostenibilità nelle sue diverse declinazioni, non solo economica e finanziaria o strettamente ambientale, ma anche sociale e di innovazione. Questo disegno deve coinvolgere tutti gli attori del sistema sanitario; è necessario, infatti, un impegno congiunto da parte del parlamento e del governo, delle istituzioni sanitarie, della comunità scientifica e della società civile compresa l’industria, caratterizzata da alti livelli di ricerca e sviluppo, produttività e occupazione. Cruciale risulta, poi, la capacità di tutti gli attori di saper promuovere la collaborazione internazionale per affrontare le sfide globali legate alla salute e all’ambiente.
Il nuovo paradigma che si va così a delineare si basa sulla concezione della spesa sanitaria non più come costo ma come investimento, scardinando un principio assiomatico diffuso che ritiene la spesa sanitaria incompatibile con gli equilibri finanziari del Paese; un cambio di prospettiva alquanto significativo che converta l’attuale accezione negativa dell’ambito sanitario pubblico.
L’identificazione delle sfide finanziarie nel perseguire la sanità sostenibile – e la valutazione delle opportunità di miglioramento dell’efficienza del sistema sanitario – devono essere assicurate senza compromettere la qualità delle cure e della prevenzione nei singoli territori, in un concetto esteso di sostenibilità.
Prevenzione, territorio e prossimità diventano, quindi, le parole chiave per costruire una nuova Sanità sempre più vicina e aderente ai bisogni della popolazione, in uno scenario in cui le malattie cronico-degenerative aumentano sempre di più a fronte di una popolazione che invecchia e che vede accrescere, al contempo, le proprie aspettative di qualità di vita.
Anche alla luce dell’esperienza acquisita a seguito dell’emergenza pandemica è necessario, pertanto, lavorare per potenziare la Sanità territoriale affrontando il tema in termini di investimenti in ricerca, assistenza e cura del paziente e implementando una rete informativa, formativa e assistenziale finalizzata.
In quest’ottica il modello di cura vincente risulta essere quello della medicina di prossimità, che si realizza sul territorio prevenendo per quanto possibile l’ospedalizzazione; è in questo processo che il ruolo del medico di medicina generale assume una veste strategica, in quanto in possesso di informazioni preziose sui singoli pazienti attraverso le quali il sistema di assistenza territoriale può diventare una realtà di eccellenza.
Oggi le tecnologie ci consentono di affrontare in maniera diversa i bisogni di salute di una popolazione che vive più a lungo, grazie soprattutto a scoperte scientifiche sempre più performanti.