Pensiero creativo e Intelligenza artificiale:
la “strada giusta” dell’educazione

Il pensiero creativo e l’intelligenza artificiale (IA) sono due ambiti che, sebbene apparentemente distanti, possono convergere in un dialogo proficuo, produttivo ed efficace.

Inutile e poco produttivo preoccuparsi di arrestare il cambiamento, ma è necessario organizzarsi per governarlo: lo scontro macchina-uomo non ha ragione di esistere, ma il governo della macchina, in una visione democratica e sociale, è la priorità dell’educazione.

La strada è quella giusta: da un lato riconoscere l’utilità e la potenza delle macchine – nel nostro caso dell’IA – dall’altro orientare menti e processi che sappiano governare e padroneggiare le macchine; del resto abbiamo già compreso che, se non si è in grado di porre le giuste domande ai sistemi di IA, le risposte che riceviamo sono poco rispondenti alle esigenze e, quindi, a volte inutili se non addirittura dannose.

Attingere da database sempre più ricchi di informazioni non sempre significa avere giuste risposte, il miglioramento del sistema semantico di ricerca è la priorità degli sviluppatori dell’IA. Trovare sinergie tra l’umanesimo e la macchina è stato e dovrà essere la priorità dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni e della scuola. È interessante sottolineare come l’indagine PISA (Programme for International Student Assessment), che valuta le conoscenze e le competenze degli studenti di 15 anni in matematica, lettura e scienze, abbia previsto, nelle prove PISA 2022, uno spazio di riflessione sulla natura della creatività, esplorando come le menti umane siano in grado di collegare idee apparentemente disparate, di pensare in modo non lineare e di trovare soluzioni innovative ai problemi. Il processo creativo umano è stato analizzato nei suoi aspetti psicologici, neurologici e sociali, sottolineando l’importanza di stimolare e coltivare la creatività nelle società del futuro. Le prove rilevano la capacità degli studenti di risolvere problemi complessi, di pensare in modo critico e di comunicare in modo efficace. In questo modo si può capire quanto i sistemi educativi stiano preparando gli studenti alle sfide della vita reale e al raggiungimento del benessere futuro. Sono 66 i paesi in tutto il mondo che hanno partecipato al PISA 2022 Creative Thinking Test, il primo tentativo in assoluto di valutare il pensiero creativo dei giovani. Il pensiero creativo è definito da PISA come “La competenza di impegnarsi in modo produttivo nella generazione, nella valutazione e nel miglioramento delle idee, che possono portare a soluzioni originali ed efficaci, progressi nella conoscenza ed espressioni di immaginazione di grande impatto”. Il pensiero creativo, suggerisce PISA, può essere applicato non solo a contesti legati all’espressione dell’immaginazione, come la scrittura creativa o le arti, ma anche ad altri ambiti in cui la generazione di idee è funzionale all’indagine di questioni, problemi o preoccupazioni a livello di società. La valutazione PISA 2022 Creative Thinking Test esaminerà le capacità degli studenti di generare idee, diverse e originali e di valutare e migliorare le idee, in quattro “domini”: espressione scritta, espressione visiva, risoluzione di problemi sociali e risoluzione di problemi scientifici. In ognuno di questi domini, gli studenti si impegnano con compiti aperti, che non hanno un’unica risposta corretta. Viene chiesto loro di fornire risposte multiple e distinte o di generare una risposta non convenzionale. Queste risposte possono assumere la forma di una soluzione a un problema, di un testo creativo o di un artefatto visivo. Ma perché questa attenzione al pensiero creativo? Al di là dell’aula, il pensiero creativo può aiutare gli studenti ad adattarsi a un mondo in costante e rapido cambiamento, sostenere il pensiero creativo può contribuire allo sviluppo della società in cui vivono oggi e in cui vivranno come futuri lavoratori. Le organizzazioni e le società di tutto il mondo dipendono sempre più dall’innovazione e dalla creazione di conoscenza per affrontare sfide emergenti e complesse, rendendo urgente l’innovazione e impegnandosi a governarla.

Potenziare il pensiero divergente è una possibile strada a patto che la scuola sia disponibile ad accettarne il rafforzamento e a rivedere la sua valutazione o i concetti di meritocrazia e performance. Il pensiero divergente si attiva nelle situazioni che permettono più vie d’uscita o di sviluppo, esso pertanto va al di là di ciò che è contenuto nella situazione di partenza, supera la chiusura dei dati del problema, ricerca in varie direzioni e produce qualcosa di nuovo e di diverso.

L’utilizzo del pensiero divergente ci può far comprendere con quale procedimento l’intelligenza si manifesti creativamente, partendo dal presupposto che il pensiero è creativo per sua natura, ma obbligato a funzioni lineari dal contesto sociale, dall’educazione ricevuta, dalle abitudini e dalla cultura. Tutti gli studiosi concordano nel ritenere che il pensiero divergente sia un possibile campo fertile per il processo creativo. È da ricordare, però, che la scuola sollecita la formazione del pensiero convergente a totale discapito del pensiero divergente. “Credo di non esagerare” – scriveva Gabriele Calvi nel 1966 – “che più un allievo è creativo e minori probabilità ha di seguire un curriculum scolastico”. Trovare il giusto equilibrio sarà la sfida. I risultati di PISA 2022 Creative Thinking Test saranno pubblicati in questo 2024 e noi siamo fiduciosi sia nella creatività innata dei nostri adolescenti sia nel sistema scolastico che vorrà investire in strategie didattiche che accrescano il pensiero divergente. 

Ma a breve i dati dell’indagine daranno nuovi elementi di riflessione.

Lucia Martiniello

professore Ordinario di pedagogia sperimentale – Università Telematica Pegaso

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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