Il ruolo del GSE nella transizione energetica

La decarbonizzazione dei consumi energetici è cruciale per il futuro economico ed ambientale del Paese e il Gestore dei Servizi Energetici, società che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile, in questo percorso svolge una funzione fondamentale.

L’evoluzione del sistema energetico italiano, orientata al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni nette di almeno il 55 % entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, è un processo che il GSE, braccio operativo del Governo, ha già dimostrato di saper supportare promuovendo le fonti energetiche rinnovabili e l’efficienza energetica. Un’azione che si fonda sul concetto di uno sviluppo che sappia coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, per un modello che sia in grado di garantire la salvaguardia del pianeta, dell’individuo e dell’economia. Oltre a favorire la riduzione delle emissioni climalteranti, dunque, il GSE sta facilitando la crescita del settore elettrico e dei nascenti settori ad esso collegati. Non ultimo, sta garantendo una sempre maggiore sicurezza al sistema energetico e, di conseguenza, a quello economico nazionale.

Solo nel 2021, il Gestore dei Servizi Energetici ha dedicato oltre 15 miliardi di euro (di cui 10,6 miliardi di euro alla produzione di energia elettrica rinnovabile) al sostegno alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica. Si tratta di incentivi che hanno permesso di evitare l’emissione in atmosfera di 40 milioni di tonnellate di CO2eq e che hanno contribuito ad attivare circa 2,3 miliardi di euro di nuovi investimenti, garantendo un’occupazione correlata quantificabile in 53 mila unità di lavoro annuali (equivalenti a tempo pieno). 

Il supporto del GSE alle famiglie, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni che hanno investito nell’efficientamento energetico e nello sviluppo di fonti rinnovabili, oltre ad aver collaborato al raggiungimento degli obiettivi al 2020 su Energia e Clima, ha favorito anche la riduzione della dipendenza energetica italiana dall’estero. Secondo l’Energy Import Dependency di Eurostat, infatti, dal 2006 l’Italia ha diminuito la sua dipendenza di oltre 10 punti percentuali, registrando un valore del 74% (a fronte di una media europea del 56%). Una riduzione inequivocabilmente collegata all’aumento del ruolo delle fonti rinnovabili nel bilancio energetico nazionale.

I numeri relativi alla riduzione delle emissioni climalteranti, all’aumento degli investimenti nel settore energetico e alla riduzione della dipendenza dall’esterno, grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR, nei prossimi anni non potranno che migliorare. Occorrerà tenere conto anche della diversificazione degli approvvigionamenti e del contenimento del costo delle bollette, nella consapevolezza che le utenze italiane pagano una media del 10-15% in più rispetto all’estero per gas ed elettricità, con un evidente problema di competitività per il sistema Paese. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, questi stimoli dovranno essere orientati alla creazione di una solida rete di protezione che sia in grado di ridurre l’impatto delle fluttuazioni del mercato energetico su famiglie e imprese. Un rischio, quello di indebolire le attività del tessuto produttivo italiano a causa del costo dell’energia, che dobbiamo impegnarci a ridurre.

In questi ambiti il GSE, in qualità di soggetto attuatore delegato per diverse misure finalizzate ad accelerare la transizione energetica, sta già lavorando alla gestione della corretta allocazione delle risorse stanziate attraverso numerose azioni.

Sono 200 i milioni di euro stanziati per lo sviluppo del “teleriscaldamento”. Una misura orientata all’efficientamento dei consumi che, durante la fase di gestione, ha registrato domande per un risparmio equivalente previsto di circa 73.000 TEP/anno.

Un miliardo e mezzo di euro sono stati invece dedicati alla misura “Parco Agrisolare” e le prime due graduatorie correlate alla misura hanno già assegnato 507 milioni a 7.428 progetti.

Allo sviluppo del biometano sono stati invece destinati 1,73 miliardi di euro.  Si tratta di fondi dedicati alla realizzazione di nuovi impianti di produzione oppure alla riconversione di impianti esistenti a biogas. L’obiettivo è garantire una produzione aggiuntiva di 2,3 miliardi di metri cubi entro giugno 2026 da veicolare nella rete del gas.

In ambito mobilità, 740 milioni di Euro sono stati invece riservati alla rete di punti di ricarica veloce e ultraveloce per veicoli elettrici (sulle superstrade e nei centri urbani).

A queste iniziative se ne aggiungeranno presto altre: come i 2,2 miliardi di euro destinati a sostenere lo sviluppo delle configurazioni di autoconsumo per la condivisione di energia rinnovabile (comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo collettivo), nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.

Risorse per 1,1 miliardi saranno invece dedicate allo sviluppo del parco agrivoltaico italiano. Si tratta di una misura che, oltre a garantire una capacità produttiva di 1,04 GW di energia da fonti rinnovabili, permetterà alle aziende del comparto agricolo di realizzare sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia elettrica. Energia che contribuirà al perseguimento degli obiettivi climatici, alla sicurezza energetica e permetterà alle aziende coinvolte di ridurre i costi di approvvigionamento energetico.

Il ruolo del GSE si esplica anche nella promozione della digitalizzazione del sistema energetico e nello sviluppo di strumenti di monitoraggio e controllo avanzati che permettano una gestione più efficiente e sostenibile della produzione e della distribuzione di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici infatti fa parte del Sistema Statistico Nazionale ed è responsabile della produzione dei dati statistici nazionali sugli impieghi di fonti rinnovabili.  Fornisce inoltre al Governo tutte le informazioni e i dati necessari per costruire un quadro chiaro della situazione energetica del Paese e assicura il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi intermedi e al 2030 del PNIEC, elaborando scenari, studi economici e modelli previsionali nel campo energetico e ambientale.

Il GSE ha dunque numerosi ruoli abilitanti nel percorso di transizione energetica e la sua operatività incide in maniera importante sugli investimenti pubblici e privati del settore. Tra i nostri compiti c’è anche quello di rendere le norme elaborate da Governo e Parlamento il più possibile efficaci e tempestive. Il raggiungimento di questo obiettivo può essere facilitato proprio prendendo in considerazione i punti di vista di coloro che operano nel settore e, proprio per questo, la società ha recentemente intrapreso un nuovo percorso di confronto diretto con gli operatori e le associazioni di categoria volto garantire una gestione delle comunicazioni più funzionale e risposte celeri, chiare ed efficaci.

Dallo scorso aprile, in questa direzione, sono già state semplificate le procedure per la gestione degli interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti, sia degli impianti fotovoltaici in Conto Energia che per le altre tipologie di fonti rinnovabili elettriche, ed è stata aperta una consultazione orientata ad acquisire elementi utili alla definizione delle Regole Operative relative all’erogazione del servizio di autoconsumo diffuso, definito dal Testo Integrato sull’Autoconsumo Diffuso (TIAD) dell’ARERA.

Paolo Arrigoni

Presidente di GSE S.p.A. – Gestore dei servizi energetici

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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