Il calcio fra Superlega e riforma dell’ordinamento sportivo

Cento società professionistiche in Italia, il più alto numero di società professionistiche nel mondo.

Un milione e novanta mila tesserati al 30 giugno 2023 fra Lega Nazionale Dilettanti e Settore Giovanile e Scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio; un esercito di praticanti che fa della FIGC la Federazione più rappresentativa fra le Federazioni associate al CONI.

Due facce della stessa medaglia; il vertice e la base di uno sport vissuto dall’opinione pubblica come milionario sulla base delle importanti remunerazioni di un numero ristretto di giocatori, ma che ha alla base della piramide i giovani e i dilettanti che rappresentano l’anima di un movimento basato sull’aggregazione, sui valori, sull’identità territoriale, sulla presenza diffusa nella gran parte dei settemilanovecentouno Comuni Italiani.

E pertanto, parlando di calcio, si può e si deve approfondire sia il problema e il conseguente dibattito sulla Superlega, sia l’entrata in vigore dal 1 luglio 2023 della riforma dell’ordinamento sportivo, che con la nascita del contratto di lavoro sportivo e l’abolizione del vincolo ha rappresentato e sta rappresentando una rivoluzione epocale i cui effetti è difficile valutare nel medio/lungo periodo, ma che al momento hanno determinato senza alcun dubbio un onere importante per le società sportive dilettantistiche, generando il rischio di rendere insostenibili i costi per dirigenti e società che hanno alimentato con la loro passione e con risorse proprie il sistema sportivo italiano.

Giancarlo Abete

Presidente della Lega Nazionale Dilettanti

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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