
Organismo indipendente, forse poco noto ma certamente efficace, l’Arbitro delle Controversie Finanziarie (ACF) consente agli investitori “retail” di risolvere possibili controversie con banche ed altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari.
Istituito dalla Consob con la delibera n. 19602 del 4 maggio 2016, l’ACF è uno strumento stragiudiziale che, in tempi rapidi, senza costi, né obbligo di assistenza legale, permette di accertare eventuali violazioni in materie di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza, che gli intermediari sono chiamati a rispettare quando prestano servizi di investimento e/o di gestione collettiva del risparmio.
Se obbligatoria è l’adesione all’ACF da parte degli intermediari, i risparmiatori possono rivolgersi all’organismo per chiedere un risarcimento di eventuali danni, ma nel limite massimo di Euro 500.000. Il ricorso all’ACF è per i risparmiatori condizione di procedibilità per intraprendere un diverso e separato procedimento innanzi all’Autorità Giudiziaria, ovvero per contestarne davanti a quest’ultima l’esito della decisione.
Come riportato dall’ACF nella propria “Relazione sull’attività svolta nel 2024”, ammontano a 961 i risparmiatori che nel 2024 (11.735 complessivamente dal 2017 ad oggi) si sono rivolti ad esso, valore che si rileva in linea con il dato dell’anno precedente (963), così da confermare la progressiva riduzione del contenzioso dovuto alle crisi bancarie 2015 – 2017, che hanno significativamente caratterizzato i primi anni di operatività dell’organismo.
La Lombardia, come già registrato nel 2023, risulta la regione da cui nel 2024 è pervenuto il maggior numero di ricorsi (175), pari al 18,2% del totale, seguita dal Lazio (102 ricorsi, 10,6% del totale) e dalla Toscana (90 ricorsi, 9,4% del totale), dati che evidenziano come la suddivisione dei ricorsi a livello regionale sia tendenzialmente in linea con la distribuzione della ricchezza sul territorio nazionale, ovvero con la propensione ad investire in prodotti finanziari.
Scendendo a livello provinciale, considerato che delle 110 provincie italiane 102 di queste hanno inviato almeno un ricorso, è Milano la provincia che nel 2024 ha registro il primato di ricorsi con 81 giudizi (pari al 46,3% dei ricorsi ricevuti dalla Lombardia), seguita da quella di Roma con 74 ricorsi e Napoli con 40. Da Cosenza e Perugia sono stati, invece, trasmessi la maggioranza dei ricorsi provenienti dalla Calabria (61,5%) e dell’Umbria (75%).
Il progressivo innalzamento del livello di complessità, rilevanza economica e diversità dei ricorsi vede confermata anche per il 2024 la scelta dei risparmiatori di avvalersi, pur in assenza di effettivo obbligo, dell’assistenza di un procuratore, su 961 ricorsi 665, ovvero il 68,2%, sono stati presentati con l’ausilio di un professionista. Considerato, invece, l’intero periodo di operatività dell’ACF (2017-2024), sui 11.735 ricorsi presentati, il 65,7% di questi (7.707) ha registrato l’intervento di un procuratore.
In linea con quanto registrato negli anni passati, nel 2024 il controvalore dei ricorsi è stato superiore ai 55,9 ml di Euro (nel 2023 il controvalore è stato di 36,3 ml di Euro) con una media a ricorso di Euro 71.461,10 (nel 2023 la media era di Euro 49.804,83), l’importo minimo è stato pari ad 1 Euro, mentre quello massimo è venuto a coincidere con il limite di Euro 500.000 per cui l’ACF è competente.
I ricorsi del 2024 hanno in particolare riguardato la prestazione del servizio di consulenza (48%), il servizio di esecuzione di ordini per conto dei clienti (17,3%) ed il collocamento (16,7%), seguiti a distanza dalla distribuzione di prodotti finanziari (5,3%), servizi accessori (5,2%) e gestione di portafogli (2%). Le contestazioni dei ricorrenti risultano, in larga parte, legate a criticità del set informativo messo a loro disposizione, ovvero a carenze di tipo comportamentale da parte degli intermediari. Il progressivo trasferimento di operatività su piattaforme telematiche (trading online) ha poi comportato, anche nel 2024, un significativo incremento delle controversie relative ad alcune fasi “da remoto”, quali, ad esempio, la messa a disposizione della scheda prodotto degli strumenti finanziari o la modalità di profilatura del cliente.
I risarcimenti riconosciuti a favore dei risparmiatori hanno raggiunto nel 2024 il valore di oltre 9,4 ml di euro (circa 13,3 ml nel 2023, 18,9 ml nel 2022, 39,2 ml nel 2021 e 28,5 ml nel 2020), addivenendo, così, ad un valore complessivo, dal 2017 ad oggi, di oltre 165 ml di Euro, con una media pro-capite di oltre 34.000 Euro.
Imparziale e indipendente nel giudizio, l’Arbitro delle Controversie Finanziarie rappresenta, quindi, una valida soluzione per risolvere, in maniere extragiudiziale, le controversie che possono insorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari finanziari, atteso in particolare il rapporto fiduciario che intercorre tra questi. Significativi sono, in tal senso, l’elevato tasso di esecuzione volontaria delle decisioni dell’ACF da parte degli intermediari (92,5%), pur non aventi queste caratteristiche di cogenza, e l’incremento (+ 44%) dei casi di estinzione anticipata dei procedimenti con accodo tra le parti (nel 2014 sono stati 179).