Capitale umano e competenze:
la sfida strategica
per l’industria italiana


Il futuro industriale del nostro Paese è correlato a una variabile spesso sottovalutata: la disponibilità di competenze adeguate. Il disallineamento tra formazione e bisogni del sistema produttivo è oggi uno dei principali freni allo sviluppo. Ogni giorno, centinaia di imprese italiane rinunciano a crescere per l’impossibilità di reperire le figure professionali necessarie. Dietro questa emergenza silenziosa si nasconde un problema più profondo: l’assenza di una strategia nazionale per il capitale umano.

Una lacuna che, nel cuore della trasformazione industriale che sta ridisegnando l’Europa, rischia di lasciare l’Italia indietro. Il motivo? Un deficit di competenze che mette a rischio l’innovazione, la produttività e la crescita. Oggi, il capitale umano non è solo una risorsa, ma è la vera infrastruttura strategica su cui costruire il futuro.

Nel settore elettrotecnico ed elettronico, come si evince dai dati dello studio “Verso una nuova competitività industriale europea: il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro ha raggiunto livelli critici: il 75% delle imprese ANIE fatica a reperire figure tecniche, soprattutto operai qualificati e tecnici di produzione. Questo squilibrio ha già avuto conseguenze concrete: il 70% delle aziende ha dovuto rallentare o sospendere progetti strategici, compromettendo competitività e innovazione, il 29% ha perso occasioni di mercato.

Eppure, le opportunità non mancano. Tra il 2025 e il 2030, digitalizzazione e transizione green genereranno 18,5 milioni di nuovi posti di lavoro netti in Europa. Ma senza un’offerta formativa adeguata, l’Italia non potrà coglierle. Già oggi, il 77% delle nuove assunzioni nei settori ANIE richiede competenze green, a fronte di una media nazionale del 35%. Anche sul fronte digitale siamo in ritardo: solo il 49% degli italiani possiede competenze informatiche di base, contro una media OCSE del 71%.

La risposta a questa fragilità sistemica deve essere strutturale. Per questo ANIE Confindustria1 propone un piano multilivello, frutto del confronto diretto con le imprese del settore e ispirato ai modelli di successo internazionali. La prima leva è culturale: occorre valorizzare le professioni tecniche e industriali fin dalla scuola, con campagne informative rivolte a studenti, famiglie e docenti per superare pregiudizi e stereotipi che ancora penalizzano i percorsi STEM e tecnico-professionali.

Accanto a questo, è essenziale potenziare i percorsi formativi integrati tra ITS, IFTS e università, centrati sulle tecnologie abilitanti la doppia transizione digitale e green. Gli ITS offrono un modello formativo flessibile, orientato al lavoro e integrato con il tessuto produttivo. I dati lo confermano: nel 2023, l’84% dei diplomati ha trovato impiego, e le iscrizioni sono cresciute del 38,1% in un solo anno. A conferma che è necessario creare un sistema formativo più flessibile, capace di adattarsi alla velocità del cambiamento tecnologico e alle esigenze reali delle filiere industriali.

Un’altra proposta chiave riguarda la definizione condivisa degli standard formativi e professionali, tramite tavoli permanenti di confronto multistakeholder. In paesi come Germania e Regno Unito, le imprese partecipano attivamente alla costruzione dei curricula: ANIE propone di replicare questo modello, per garantire maggiore coerenza tra istruzione e mondo del lavoro.

Innovativa è anche l’introduzione dei formatori di filiera, professionisti con competenze ibride tecniche e didattiche, in grado di accompagnare le PMI nella progettazione e realizzazione di percorsi formativi su misura. Questo approccio, già testato con successo a livello territoriale, punta a superare il limite dimensionale di molte aziende e a diffondere in modo sistemico la cultura della formazione continua. Si tratta di un passaggio chiave per costruire ecosistemi territoriali della competenza, capaci di reagire alle trasformazioni del mercato.

In un contesto sempre più globale, ANIE propone, inoltre, la creazione di hub formativi internazionali nei Paesi partner strategici, per facilitare la mobilità formativa e professionale, attrarre giovani talenti e rafforzare la cooperazione industriale. L’ispirazione arriva da realtà dinamiche come, ad esempio l’Irlanda, dove la sinergia tra industria e formazione ha generato un ecosistema innovativo e competitivo.

La sfida è anche demografica. Le più recenti proiezioni dell’OCSE stimano che entro il 2060 l’Italia potrebbe perdere oltre un terzo della popolazione in età lavorativa, pari a circa 12 milioni di persone. In uno scenario così critico, ogni talento conta. Non possiamo permetterci di sprecare capitale umano: va individuato, formato, aggiornato e trattenuto. Questo vale in particolare per le competenze intermedie, oggi tra le più richieste e al tempo stesso più difficili da reperire.

L’industria italiana dispone delle competenze tecnologiche, dell’iniziativa imprenditoriale e del know-how per essere protagonista della nuova stagione industriale europea. Ma serve un cambio di passo: una visione strategica che metta le competenze al centro della politica industriale. Non si tratta solo di formazione: si tratta di competitività, occupazione, innovazione.

Il tempo delle analisi è finito. Occorre un impegno condiviso e strutturato. Serve un vero patto formativo tra imprese, istituzioni e sistema educativo. Solo così potremo trasformare la fragilità del presente in forza per il futuro. Perché la tecnologia non genera valore da sola: servono persone capaci di guidarla.



1. ANIE Confindustria rappresenta il settore industriale delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche, con 1.100 imprese associate e circa 500.000 addetti. Con 103 miliardi di euro di fatturato aggregato e 29 miliardi di export nel 2024, il comparto è centrale per la crescita del Paese. Le aziende ANIE investono il 4% del fatturato in Ricerca e Sviluppo, generando oltre il 30% dell’intera spesa privata italiana in R&S. La Federazione è protagonista della transizione digitale e green, promuovendo innovazione, competitività, sostenibilità e formazione tecnica lungo tutte le principali filiere produttive.

Renato Martire

Vicepresidente ANIE Confindustria con delega a Innovazione e Education

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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