Alberto Gambino
La cultura e il rispetto dell’inviolabilità dei diritti umani nasce sui banchi di scuola, cresce in famiglia e si confronta con una comunicazione massiva e prepotente che attraversa i media con messaggi stereotipati ed edonistici. Ma si può discriminare anche impedendo la fruizione dei servizi essenziali alla persona; è un capitolo dolorosissimo che riguarda l’approvvigionamento diffuso delle risorse idriche ed energetiche e, sempre più nel nostro Paese, l’accesso alla sanità da parte delle fasce svantaggiate della popolazione.
L’Italia può fare la sua parte, con coraggio e consapevolezza, memore dell’unicità delle sue radici giuridiche plurimillenarie, che hanno segnato nel bene e nel male la storia dell’umanità e che oggi responsabilizzano tutti e in special modo i cultori del diritto a non dimenticare il drammatico campionario di errori, anche da parte del legislatore, proprio nell’ambito cruciale delle discriminazioni e dell’intolleranza.
Fabrizio Criscuolo
Lo sforzo dell’uomo, se così è, deve essere quello di concepire un pensiero che si ponga al di sopra del pensiero tecnico, governandolo e ripristinando l’equilibrio turbato. Lo sforzo è però immane perché si tratta di ritrovare un equilibrio tra l’avidità della tecnica che è volontà di potenza e l’avidità del capitalismo che è ideologia avvinta inestricabilmente alla tecnocrazia.
Di qui, l’esigenza di restituire alle categorie del dover essere il ruolo che è loro proprio, al diritto e prima ancora ai fondamenti assiologici che lo sorreggono, non avendo timore di riscoprire anche la funzione etica di molti istituti giuridici, chiamati a governare un fenomeno che apparentemente sfugge a quasi tutte le tradizionali e per noi rassicuranti concettualizzazioni.
Luciano Acciari
È ancora presto per capire se le buone intenzioni si potranno realizzare o se dovremo attendere una nuova occasione. La legge di delega è in fase di attuazione con la emissione da parte del Governo dei primi schemi dei decreti delegati, soggetti ai pareri delle Commissioni parlamentari. Dalla parte dei cittadini devo ritenere che, in estrema sintesi, vi sia l’auspicio che la disciplina e la prassi di applicazione da parte delle Autorità consentano di non aggravare gli oneri e le incertezze per la corretta applicazione delle norme e l’adempimento dell’obbligo tributario sancito dalla Costituzione, concentrando le risorse e le attività dell’Amministrazione finanziaria nel contrastare l’evasione e l’elusione.
In tal senso ci si attende maggiore disponibilità a trovare intese su questioni obbiettivamente opinabili ed incerte nell’esito, sia in punto di fatto che di diritto, che riempiono le aule (da ora in poi i computer) delle corti di giustizia e ritardano di molto l’acquisizione delle risorse da parte dell’erario. Il contribuente onesto non dovrebbe più cadere in errore e, se per caso gli dovesse capitare, trovare un’Amministrazione pronta a “perdonarlo”! Solo così si potrà veramente parlare di fisco amico.
Fabio Massimo Abenavoli
Risvegliandoci, a Natale possiamo capire meglio il lavoro di tantissimi volontari che si dedicano ai “prossimi”, mettendo a frutto il talento che il Signore gli ha donato a chi 1 a chi 5 ed a chi 10. I tanti medici ed infermieri, che partecipano agli interventi chirurgici di Emergenza Sorrisi per ridare un sorriso ai bambini che incontriamo in tanti dei paesi più poveri affetti da deformità del volto e da sequele di ustioni e traumi di guerra, rappresentano davvero l’essenza stessa del Natale: pace, amore per il prossimo, attesa della nascita del Redentore e quindi rinnovamento.
Partecipiamo, quindi, tutti insieme a questo prossimo Natale, facendoci un regalo: risvegliamoci dal sonno della ragione!
Angelo Gargani
La riforma del Garante del contribuente, approvata dall’art. 4, lett. g) della legge delega fiscale n. 111 del 9 agosto 2023, parte col piede sbagliato e gli interventi finora intervenuti, in ottemperanza alla delega, sembrano andare in una direzione ancora peggiore. Risultano indebolite non solo le garanzie del contribuente, ma emergono sospetti persistenti di dubbia costituzionalità.
La norma delegante prevede soltanto la creazione di un Garante nazionale e monocratico e la contemporanea soppressione dei Garanti presenti in ogni regione e nelle province autonome. Demanda formalmente e totalmente al Governo, con la scrittura dei decreti legislativi, la determinazione dei “compiti” da attribuire al nuovo Garante. Qualche giorno fa è stato inviato alle Commissioni parlamentari competenti il testo della bozza del decreto legislativo, rivisitato e licenziato dagli uffici studio del Senato e della Camera. La parte concernente il Garante è rimasta quasi totalmente immutata. Si confida almeno nella disciplina transitoria dell’emanando Regolamento, che non lasci neppure per un giorno il contribuente sprovvisto di quella minima o massima garanzia che il Garante gli può assicurare.
Ugo Utopia
Se un magistrato manifesta attivamente le proprie idee nel dibattito pubblico, potrebbe essere un domani percepito come non imparziale e contestato al giudicare un caso concreto; se invece assume un profilo fin troppo discreto e riservato, verrebbe a mortificare un suo legittimo diritto all’impegno partecipativo alla vita sociale, ma di certo non andrà incontro a censure di poca trasparenza nell’esercizio delle proprie funzioni. Ciò che a mio avviso sovviene per dipanare la matassa di un confine labile e scivoloso, non tracciato definitivamente né dalla legge, né dalla giurisprudenza, è il troppo spesso dimenticato buon senso, caratteristica tipica e propria, che dovrebbe sempre pervadere atteggiamenti e decisioni di chi ricopre cariche istituzionali, in primis quella di magistrato, un aspetto comportamentale che deve necessariamente pervadere atteggiamenti professionali, nonché pubblici, assunti, quindi, sia nell’esercizio delle funzioni, sia nella partecipazione alla vita sociale.